Val di Cembra 

Vacanze Trentine ( 16 Luglio 2001 )

 

 

 

LE PIRAMIDI DI SEGONZANO

Lunedì scorso era una giornata incerta, se piovere o uscire il sole, così abbiamo deciso di fare un salto nella Val di Cembra ,località situata a pochi chilometri da Trento, per andare a vedere le Piramidi di Terra a Segonzano. Le più belle e le più visitate d'Italia, perchè emanano un fascino speciale. Quassù sembra di essere piombati in un paesaggio lunare e tutta l'atmosfera circostante, il silenzio e la fitta vegetazione concorrono non poco a farti sentire un personaggio di un film di fantascienza.  È proprio qui a Segonzano, nella verde Valle di Cembra, che si manifesta questo fenomeno naturale presentando Piramidi di svariate forme. La zona dove sorgono è nella vallata di Rio Regnana, laterale sinistra del torrente Avisio, affluente dell’Adige. Sono poste ad un’altitudine che va dai 604 m del punto di partenza del percorso di visita, sino a circa 875 m, sul versante destro orografico della VaI Regnana. Qui le piramidi si sono originate dall’erosione idrica dei materiali morenici quaternali, che i ghiacciai provenienti dalle Dolomiti hanno depositato nella valle. Il versante interessato presenta una notevole pendenza ed è solcato da avvallamenti che vanno dalla sommità del Dosso di Segonzano, 1542 m, sino all’alveo del Rio Regnana (circa 650 m). E’ facile comprendere come le acque piovane raccolte nei compluvi più alti si siano suddivise, solcando il terreno morenico sottostante ed iniziando così il pro­cesso di formazione delle piramidi stesse. Lo spettacolo che ci si presenta  dal punto di partenza non è così imponente come lo è in realtà inoltrandosi per il tutto il sentiero della  visita; occorre risalire per circa 1 km ed allora i vari gruppi (Quattro ) che compongono il complesso appaiono in tutta la loro maestosità.

 

 

 

 

 

Le Piramidi di terra di Segonzano sono tra le più belle, senza tema di esagerazioni, di quelle esistenti in tutto il mondo. La varietà delle forme e l’alternarsi dei colori al variare della luce del giorno unitamente alla loro maestosità ne fanno uno spettacolo indimenticabile. E credo che valga proprio la pena, almeno una volta nella vita, di vederle così come fece il celebre pittore ed artista Albrecht Dùrer. La pagina Web  che presento è un modesto contributo per una maggiore conoscenza di questo singolare fenomeno naturale, per il quale molti dedicano la loro passione alla salvaguardia di un lembo di natura che oltre ad essere trentina è anche " cembrana”, e di tutti quelli che amano queste bellezze. 

 

 

ÒMENI DE SEGONZÀN (Uomini di Segonzano )

 

Per chi all’improvviso dovesse trovarsi di fronte per la prima volta alle Piramidi di terra, rimarrebbe molto stupito a vedere un enorme masso in cima ad una colonna esile e apparentemente fragile che sembra sfidare le leggi dell’equilibrio. Per la maggior parte delle persone è incomprensibile come possano essersi formate queste colonne alte sino a quaranta metri e come mai, quasi sempre, portano questo strano cappello. Ne esistono un po’ dovunque nel mondo, ma molto rade. Sembra che l’Europa sia la terra fortunata. Nelle Alpi sono sporadiche; se ne trovano in una certa abbondanza nell’Alto Adige e nel Trentino: e queste, con una punta d’orgoglio, sono anche le più belle e suggestive! L’acqua ha scolpito nel terreno queste forme bizzarre sulle cui origini però l’uomo ha sempre costruito leggende. Ed è anche logico che nella notte dei tempi l’uomo abbia attribuito loro i nomi più svariati: fées ( fate ) in Francia; muraglie del diavolo in Valle d’Aosta; fung de tèra in Brianza; grote nel Bresciano e Òmeni (uomini) in VaI di Cern bra. E a me sembra il nome più bello che si possa dare ad una piramide di terra... con tanto di cappello. Le piramidi di terra si formano, come detto, per azione dell’acqua su un terreno particolare detto morenico. Il terreno morenico è costituito da materiale fine come argilla, limo, sabbia e da materiale grossolano come ciottoli, massi porfirici con esclusione dei calcari dolomitici che renderebbero il deposito troppo resistente. La componente fine conferisce al deposito morenico la necessaria impermeabilità (infatti un terreno permeabile si imbeve e frana facilmente), mentre la componente grossolana riduce la plasticità e dà una certa robustezza. Per intenderci la giusta proporzione dei due componenti è del tutto analoga a quella che si richiede per ottenere un calcestruzzo della massima resistenza. L’impasto di predetti materiali presenta poi un colore giallo-dorato che varia a seconda del grado di umidità e ovviamente di illuminazione assumendo toni caldi verso il tramonto. Le gocce d’acqua colpendo il terreno smuovono le varie particelle. Se il terreno è poco inclinato l’acqua scorre ed asporta anche poco materiale; se il terreno è molto inclinato, l’acqua scorre più velocemente ed asporta ovviamente più materiale creando nel contempo una serie di rigagnoli che confluiscono in vene sempre più grandi sino a formare dei torrentelli.

 

 

Se l’azione erosiva dell’acqua è prolungata nel tempo si capisce facilmente come un po’ alla volta si formano delle profonde incisioni che fanno emergere delle creste che assumono forme svariate (coni, pinnacoli, calanche, colonne, castelletti. Naturalmente l’azione creatrice dell’acqua cessa allorquando l’incisione raggiunge il basamento, che nelle nostre regioni è roccioso (porfirico).Si comprenderà come in tutto questo lavorio giocano ruoli importanti le precipitazioni che debbono essere modeste e distribuite in pochi giorni nel corso dell’anno (cosa che qui avviene), diversamente piogge intense e continue rovinerebbero. Dopo la pioggia il sole ha tutto il tempo di asciugare completamente la colonna morenica.   I venti costanti che farebbero inclinare la pioggia portandola sulla colonna e quindi scalfiggendola, in Vai di Cembra, sono praticamente assenti. La neve, che cade anche abbondante, poi non esplica un’azione ditavante. Naturalmente un ruolo importante lo ha anche il  "cap­pello" della piramide che rappresenta una protezione e che può essere costituito o da un masso o da una cengia erbosa. Questi massi pesano alcune volte anche tonnellate e ci danno un’idea del carico di resistenza della colonna che può superare i 100 kg per cm2. Quanto tempo occorse per la nascita delle piramidi? È difficile a stabilirlo, come è difficile stabilire con precisione quando apparvero. Si dice subito dopo il Quaternario, cioè alla comparsa dell’uomo, vale a dire qualcosa come 50 mila anni fa. Fatto sta che è molto più arduo capire perché la maggior parte delle piramidi di terra sia concentrata in una zona molto ristretta delle Alpi: praticamente nell’area del bacino dell’Adige. La VaI di Cembra risulta intagliata nella famosa piatta­forma porfirica di Bolzano che risulta essere la più ampia area delle Alpi e d’Europa (4000 km2). Il fondovalle è aspro con raddolcimenti in corrispondenza degli antichi terrazzi fluviali dove si trovano ancora oggi tutti gli insediamenti umani. Grandi depositi morenici affluiscono nella valle dalle valli laterali, come quella di Rio Regnana, dove l’erosione delle acque ha creato le piramidi.